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      Ella allora, per parte sua, si pose su di un piede di dignitosa riserva e si occupò di sua madre. Jo fu quindi lasciata a sé stessa, poiché la signora March aveva preso il suo posto d’infermiera e l’aveva pregata di riposarsi, di muoversi, di divertirsi dopo la lunga prigionia. Essendo Amy lontana, l’unico rifugio era Laurie, ma pur piacendole molto la sua compagnia essa lo temeva un poco in quel momento, perché egli era un terribile indagatore ed essa temeva che sarebbe riuscito a strapparle il suo segreto.
      Ed aveva proprio ragione. Infatti il ragazzo, amante di marachelle, appena ebbe il sospetto di un qualche mistero, decise di scoprirlo e cominciò a tormentar Jo. Egli la lusingò, cercò di corromperla, la canzonò, minacciò, sgridò; finse indifferenza per farle dire la verità senza che essa se ne accorgesse; dichiarò che sapeva tutto, poi che non gliene importava nulla; e finalmente, a forza, di perseveranza, riuscì a capire che si trattava di Meg e del signor Brooke. Indignato per non essere stato preso per confidente dal suo precettare, si mise all’opera per inventare una vendetta pari all’offesa. Meg intanto aveva apparentemente dimenticata la cosa ed era assorta in preparativi per il ritorno del padre, ma, ad un tratto, un cambiamento sembrò operarsi in lei e per un giorno o due fu proprio diversa dal solito. Si turbava quando le parlavano, arrossiva quando la guardavano, era quieta quieta e cuciva con aria timida e pensierosa. Alle domande della madre rispondeva che stava benissimo e faceva tacer Jo pregandola di lasciarla in pace.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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