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      ... e non ho intenzione di sopportare cose simili — brontolò Laurie indignato.
      — Chi ti ha gridato?
      — Il nonno; se fosse stato qualcun’altro l’avrei.... — ed il povero offeso finì la frase con un gesto energico del braccio destro.
      — È una sciocchezza prendersela per questo. Quante volte ti grido io e tu non te la prendi? — rispose Jo per calmarlo.
      — Ma tu sei una donna e questo è molto diverso: non permetterò mai ad alcuno di trattarmi in questo modo.
      — Non credo che nessuno si azzarderebbe a farlo se ti vedesse nero come sei oggi. Perché ti ha trattato così male?
      — Perché non gli ho voluto dire la ragione per cui tua madre voleva parlarmi! Le avevo promesso di tacere e non volevo mancare di parola.
      — Non potevi trovar modo di soddisfare tuo nonno senza svelare il segreto?
      — No, voleva la verità, tutta la verità, niente altro che la verità ed io gli avrei confessato il mio torto se avessi potuto farlo senza compromettere Meg, ma siccome non lo potevo, così sono stato zitto ed ho sopportato la gridata fino al momento in cui il nonno mi ha preso per le spalle e si è messo a scuotermi come un bambino. Allora mi sono talmente inquietato, che, per paura di fare qualcosa di cui potevo poi pentirmi, sono scappato.
      — Il nonno ha avuto torto, ma scommetto che già se ne pente, perciò va’ giù da lui e fa’ la pace. Se vuoi, ti aiuterò anch’io.
      — Neanche per sogno! Non ho nessuna intenzione di ricevere gridate da tutti per uno scherzo, sia pure di cattivo genere, che ho voluto fare. Mi è molto rincresciuto per Meg e le ho domandato scusa, ma non chiederò scusa questa volta quando so di aver ragione.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





Laurie Meg Meg