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      Meg stessa si riconosceva appena, si sentiva così forte ed indipendente, così contenta di difendere John e di proclamare il suo diritto di amarlo, se così le piacesse! La zia March vide che la faccenda era male imbastita e, cambiando subitamente tattica, disse con la sua voce più melliflua: — Meg, mia cara, sii un po’ ragionevole. Io lo dico per il tuo bene e desidero che tu non distrugga la tua viltà. Dovresti sposare una persona ricca per aiutare la tua famiglia; è il tuo dovere e dovresti saperlo.
      — Papà e mamma non hanno nessun piacere che io sposi una persona ricca; essi sanno che John non è ricco, ma gli vogliono bene lo stesso.
      — Il tuo papà e la tua mamma, mia cara, hanno meno senso comune di un bambino in fasce.
      — Ci ho tanto gusto — gridò Meg con fermezza.
      La zia March fece finta di non sentire e continuò:
      — Questo Brooke è povero e non ha parenti ricchi, non è vero?
      — No, ma ha molti amici.
      — Non potete vivere di amicizie, mia cara; provali e vedrai quanti te ne resteranno fedeli. E non ha neppure una posizione, eh?
      — Non ancora, ma il signor Laurence lo aiuterà.
      — Non durerà a lungo, te lo dico io! Giovanni Laurence è un vecchio avaro su cui non si può contare. E così tu hai intenzione di sposare un uomo senza denari, senza posizione, senza protezioni, e dovrai lavorare tutta la tua vita ancor più di quello che non fai ara, mentre che potresti vivere da gran signora se solamente dessi retta a me? Credevo che tu avessi un po’ più di buon senso, Meg.
      — Se cercassi tutta la mia vita, non potrei trovare di meglio!


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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