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      Distrutto il romano imperio, ne furono, come ognun sa, divise le provincie fra diversi popoli; ed infiniti stati da quell'immenso stato nascevano. Ma, in tutti insorgeva una nuova specie di governo fino allora ignota, in cui molti piccioli tiranni rendendo omaggio ad un solo e maggiore, teneano, sotto il titolo di feudatarj, nella oppressione e servitù i varj lor popoli. Alcuni di questi tiranni feudatarj divennero così potenti, che ribellatisi al loro sovrano, si crearono stato a parte; e non pochi dei presenti tiranni d'Europa son della stirpe di quei signorotti. E, per contraria vicenda, molti dei tiranni sovrani si fecero altresì col tempo abbastanza potenti, per distruggere o spodestare affatto quei secondi tiranni, e rimanere essi soli sovrani. Comunque ciò fosse, il soggiacere al tiranno maggiore, o ai tirannelli, non sollevò mai il popolo dal peso delle sue catene: anzi, è verisimile che, assicurato ed ingrandito il loro stato, i tiranni maggiori, avendo meno rispetti, più illimitata potenza, e minori nemici, ne divennero con molta più impunità e sicurezza oppressori del loro misero gregge.
      Ma, quanto erano stati da temersi pel tiranno quei nobili feudatarj, finché aveano avuto autorità e forza; quanto erano stati ostacolo, e in un certo modo freno, alla compiuta tirannide di quel solo, altrettanto poi ne divennero essi la base e il sostegno, tosto che rimasero spogliati dell'autorità e della forza. I tiranni si prevalsero da prima del popolo stesso per abbassare i signorotti; ed il popolo che avea da vendicar tante ingiurie, volonteroso seguitò l'animosità di quel solo e maggior tiranno contro ai tanti e minori.


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Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120

   





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