Pagina (31/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      O vincergli ed esterminargli, o morire noi tutti". Queste, o simili parole, ed anche più rozze e sconnesse, verranno riputate sovrumana eloquenza infra quel popolo che noi chiamiam barbaro; e vi otterranno il loro pienissimo effetto.
      Ma, se un capitano di nazione colta e libera vorrà accendere gli animi de' suoi soldati, gli bisognerà dire le stesse cose assai più lungamente, e più ornate. Con mille figure egli dovrà procacciare d'incendere quegli animi; ora con immagini terribili dipingendo le stragi, le rapine, gli oltraggi, la crudeltà del vincitore insolente; ora, con liete e festose, dipingendo i trionfi della ottenuta vittoria, i dolci effetti della ricoverata pace, gl'immensi beni della assicurata libertà. Questo popolo colto viene a sentire meno fortemente, appunto perchè con maggior sottigliezza egli sente; ci vogliono perciò in doppia e triplice quantità, parole ed immagini per infiammarlo e commoverlo. Ai popoli colti e non liberi non perorano mai i loro capi; perchè a questi non riman nulla a dire con le parole, che con assai maggiore efficacità non l'abbiano già detto ai popoli colla forza. E così accadrà d'ogni altra passione che si voglia destare negli animi d'un popolo, o interamente rozzo, o semi-barbaro, o colto e libero, o colto e non libero. Ma, se noi volessimo accertare, che più eccellente oratore sia questo che quello, niun'altra ragione addurne potremmo, fuorchè il dire che noi popoli di senso sottile così pensiamo e sentiamo; cioè, noi popoli di senso diminuito e indebolito dalle troppo moltiplicate sensazioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165