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      E benchè si vendano anche i libri, si possono pur fare senza venderli; e prima della stampa così accadeva per lo più. Ma un pittore, che abbia e molto e bene dipinto per serbare o donare i proprj quadri, non vi è stato mai; così, nè scultore delle sue statue; e molto meno architetto; che questo artefice più di tutti ha bisogno d'altrui per esercitar l'arte sua; ove però non si voglia egli contentare di dar vita alle sue idee nei semplici disegni.
      La musica, nobilissima arte anch'essa, e la prima forse per muovere, e per esprimere (benchè passeggeramente) le passioni tutte e gli affetti; la musica potrebbe, in un certo aspetto, bastare ella pure a se stessa. Ma nei nostri tempi da alte persone non viene esercitata, se non per proprio diletto; inoltre, le sue creazioni abbisognano pure d'esecutori, poichè quelle carte notate sono mute per se stesse, se a farle parlare non vengono gli strumenti. E la musica vocale, che dee pur preferirsi a tutte l'altre, le quali altro non sono che una imperfetta imitazione di essa, la musica vocale è schiava nata dello scrittore; ed anzi (come già era in Grecia per lo più) non si dovrebbe ella mai scompagnar dal poeta.
      Si lascino dunque proteggere dai principi queste quattro arti, che per se stesse o sussistere non possono, o non abbastanza fiorire; e che, anzi, dalla protezione e dai premi ottengono incoraggimento e miglioramento, senza che all'artefice ne scemi punto la fama. Ma le alte e sacre lettere, sdegnino, abborriscano, e sfuggano ogni protezione, come a loro mortifera; poichè pur tanto debbono elle scapitarvi, e per se stesse, e per gli artefici loro.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





Grecia