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      E ciò perchè? perchè assai più dicono sopra Bruto le poche parole di Livio, di quello che mai esprimerà o farà pensare un Bruto dipinto, o scolpito; e il fosse pur anco da Michelangelo stesso, il quale solo era degno di ritrarlo. E le parole di Livio son queste: Juro, nec illos, nec alium quemquam regnare Romae passurum.(3)
     
     
     
      CAPITOLO SESTO.
     
      CHE IL LUSTRO MOMENTANEO SI PUÒ OTTENERE PER VIA DEI POTENTI;
      MA IL VERO ED ETERNO, DAL SOLO VALORE.
     
      Io non saprei dar principio migliore a questo capitolo, che citando alcune parole di Tacito. Meditatio et labor in posterum valescit; canorum et profluens, cum ipso scriptore simul extinctum est.(4)
      Non credo io, nè pretendo asserire ed espor cose nuove; benchè forse non siano state trattate finora con questo stesso ordine: anzi, a me pare, che i medesimi artefici, così delle lettere, come delle arti, le sappiano tutte, quanto e più di me. E così mi fo io a credere, perchè altro non si legge nelle loro vite, fuorchè ora gli uni per compiacere ai principi protettori li lodarono non gli stimando; ora gli altri ricevettero da essi il tema dei loro poemi, libri, o quadri; questi lasciarono guastare i proprj disegni di templi, di palazzi, di pubbliche moli, dal capriccio, dall'ignoranza e presunzione dei protettori, ordinatori, o pagatori di esse: e tutti si vedono, in somma, aver sempre maladetto l'ora e il momento e la necessità, (dicon essi) che gli avea condotti a impacciarsi con gente che nulla intendendo, e tutto potendo, assai più atta riesce ad atterrire che a consigliare altrui.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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