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      Ora, perchè dunque sempre gridare, che non vi sono Mecenati? che, se vi fossero..... Quanto più ragionevole grido sarebbe il dolersi, che nella classe dei ben nati ed agiati uomini non vi siano degli animi forti innestati sopra forti ed acuti ingegni: poichè chiarissima cosa è, che alto animo, libere circostanze, forte sentire, ed acuto ingegno, sono i quattro ingredienti che compongono il sublime scrittore; ma non mai la mediocrità innestata su la protezione. Ma, se pure alcuno di questi sopra nomati, avvedendosi in tempo d'avere queste quattro doti, si riscuote, e si pone all'impresa, chi può negare che quegli senza Mecenate nessuno il tutto farà? e che tanto maggiormente il farà, che niuno protetto schiavo? Ora, perchè mai questi nobili o ricchi, e non stolti, che tanto orgoglio insultatore dispiegano nella pompa del loro servaggio; perchè costoro, con più vera nobiltà d'animo, non si fanno eglino, non protettori inetti di lettere, ma valenti letterati e scrittori essi stessi, e protettori quindi efficaci della verità e degli uomini? Ben altri mezzi avrebbero costoro nel principato, che ogni altr'uomo natovi umile e povero. Ma il timore, che maggiormente può in chi più ha, li disvia e impedisce; oltre che il nascere, per opinione stolta, fra i primi, toglie lor quell'impulso e quel divino furore di volersi far primi per realità. Ma, se pure il timore non concederà ai nobili o ricchi di divenire nel principato sublimi scrittori di feroci verità, qual cosa mai potrà loro impedire di assomigliarsi ai Virgilj, agli Orazj, Ariosti, Tassi, Racine, e simili?


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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