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      Ma come, volendone pure scansare la insultante protezione, ne avrebbe egli potuto sfuggire la tirannica persecuzione? col rimanersi egli sempre lontano da Augusto, e da tutti i suoi vili satelliti.
      Le perfezionate lettere non sono dunque state di nessun giovamento ai latini popoli, poichè da Augusto per l'appunto comincia la loro viltà, e la decadenza fra essi di ogni sublime costume e virtù.
      Mi si dirà, che in Italia pure non sarebbero risorte le lettere, se i Medici non ve le avesser protette. E questo assolutamente lo negano per me il divino Dante, Petrarca, e Boccaccio, che erano stati prima di loro, e spinta aveano al più eccellente ed alto grado la loro lingua, senz'essi. Mi si replica; che senza i Medici si perdeva affatto il latino, e non si restituiva certamente la piena intelligenza del greco all'Italia. E questo, su che potrei pur disputare, in parte lo voglio ammettere; e gran perdita sarebbe stata per l'Italia. Ma pure, da quella così gran luce di lettere latine, greche, e italiane, quale accrescimento, qual virtù, qual viver civile e libero, qual grandezza, felicità, e ricchezza di popoli, quale altezza di sensi ne scaturiva per gl'Italiani dappoi? nessuna, ch'io sappia. Poco era la fiorentina repubblica prima de' suoi medícei tiranni, e nulla divenne dappoi; così il rimanente d'Italia. E un vero letterato potrà egli mai intitolare e reputar veramente protettori di lettere quei Medici stessi, sotto cui il Machiavelli viveva negletto; il Galileo, impedito e perseguitato?


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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