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      La delicatezza di questo prezioso animale mi serví ben tosto di pretesto per volerne un altro di piú, e dopo quello due altri di carrozza, e poi uno di calessetto, e poi due altri di sella, e cosí in men d'un anno arrivai sino a otto, fra gli schiamazzi del tenacissimo curatore, ch'io lasciava pur cantare a suo piacimento. E superato cosí l'argine della stitichezza e parsimonia di codesto mio curatore; tosto traboccai in ogni sorte di spesa, e principalmente negli abiti, come già mi par d'avere piú sopra accennato. V'erano alcuni di quegli inglesi miei compagni, che spendevano assai; onde io non volendo essere soverchiato, cercava pure e mi riusciva di soverchiare costoro. Ma, per altra parte, quei giovinotti miei amici di fuori dall'Accademia, e coi quali io conviveva assai piú che coi forestieri di dentro, per essere soggetti ai lor padri, avevano pochi quattrini; onde benché a loro mantenimento fosse decentissimo, essendo essi dei primi signori di Torino, pure le loro spese di capriccio venivano ad essere necessariamente tenuissime. A risguardo dunque di questi, io debbo per amor del vero confessare ingenuamente di aver allora praticata una virtú, ed appurato che ella era in me naturale, ed invincibile: ed era di non volere né potere soverchiar mai in nessuna cosa chi che sia, ch'io conoscessi o che si tenesse per minore di me in forza di corpo, d'ingegno, di generosità, d'indole, o di borsa. Ed in fatti, ad ogni abito nuovo, e ricco o di ricami, o di nappe, o di pelli ch'io m'andava facendo, se mi veniva fatto di vestirmelo la mattina per andare a corte, o a tavola con i compagni d'Accademia, che rivaleggiavano in queste vanezze con me, io poi me lo spogliava subito al dopo pranzo, ch'era l'ora in cui venivano quegli altri da me; e li faceva anzi nascondere perché non li vedessero, e me ne vergognava in somma con essi, come di un delitto; e tale in fatti nel mio cuore mi pareva, e l'avere, e molto piú il farne pompa, delle cose che gli amici ed eguali miei non avessero.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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