Pagina (207/406)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quindi è, che stesa cosí la tragedia, non rimanendo poi all'autore altro pensiere che di pacatamente verseggiarla scegliendo l'oro dal piombo, la sollecitudine che suol dare alla mente il lavoro dei versi e l'incontentabile passione dell'eleganza, non può piú nuocer punto al trasporto e furore a cui bisogna ciecamente obbedire nell'ideare e creare cose d'affetto e terribili. Se chi verrà dopo me giudicherà ch'io con questo metodo abbia ottenuto piú ch'altriefficacemente il mio intento, la presente disgressioncella potrà forse col tempo illuminare e giovare a qualcuno che professi quest'arte; ove io l'abbia sbagliato, servirà perché altri ne inventi un migliore.
      Ripiglio il filo della narrazione. Giunse finalmente a Lerici quella tanto aspettata filucca; ed io, avuta la mia roba, immediatamente partii di Sarzana alla volta di Pisa, accresciuto il mio poetico patrimonio di quella Virginia di piú; soggetto che mi andava veramente a sangue. Già avea disegnato in me di non trattenermi questa volta in Pisa piú di due giorni; sí perché mi lusingava che per la lingua io profitterei assai piú in Siena dove si parla meglio, e vi son meno forestieri; sí perché nel soggiorno fattovi l'anno innanzi io mi vi era quasi mezzo invaghito di una bella e nobile signorina, la quale anche agiata di beni di fortuna mi sarebbe stata accordata in moglie dai suoi parenti, se io l'avessi chiesta. Ma su tal punto io era allora d'assai migliorato di alcuni anni prima in Torino, allorché avea consentito che il mio cognato chiedesse per me quella ragazza che poi non mi volle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





Lerici Sarzana Pisa Virginia Pisa Siena Torino