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      Onde, bestemmiando e piangendo, non mi scartai punto dalla strada mia. Cosí sotto il peso gravissimo di questa mia dolorosa vittoria giunsi in Siena dopo dieci mesi in circa di viaggio; e ritrovai nell'amico Gori l'usato mio necessarissimo conforto, onde andarvi pure strascinando la vita, e stancando oramai le speranze.
     
     
     
      CAPITOLO DECIMOQUARTOViaggio in Alsazia. Rivedo la donna mia. Ideate tre nuove tragedie. Morte inaspettata dell'amico Gori in Siena.
     
      Erano frattanto giunti in Siena pochi giorni dopo di me i miei quattordici cavalli, ed il decimoquinto ve l'avea lasciato io in custodia all'amico; ed era il mio bel falbo, il Fido; quello stesso che in Roma avea piú volte portato il dolce peso della donna mia, e che perciò mi era egli solo piú caro assai che tutta la nuova brigata. Tutte queste bestie mi tenevano scioperato e divagato ad un tempo; aggiuntavi poi la scontentezza di cuore, io andava invano tentando di ripigliare le occupazioni letterarie. Parte di giugno, e tutto luglio ch'io stetti senza muovermi di Siena, mi si consumarono cosí, senza ch'io facessi altro che qualche rime. Feci anche alcune stanze che mancavano a terminare il terzo canto del poemetto, e vi cominciai il quarto ed ultimo. Quell'opera, benché lavorata con tante interruzioni, in cosí lungo tempo, e sempre alla spezzata, e senza ch'io avessi alcun piano scritto, mi stava con tutto ciò assai fortemente fitta nel capo; e l'avvertenza ch'io vi osservava il piú, era di non l'allungare di soverchio; il che, se io mi fossi lasciato andare agli episodi o ad altri ornamenti, mi sarebbe riuscito pur troppo facile.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





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