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      Se fossero state trovate ed aperte, circolerebbero, e si sarebbero vendute piuttosto che ristampate, sendo sí belle l'edizioni, la carta, e i caratteri, e la correzione. Il non essere venute in luce mi fa credere che ammontate in qualche di quei sepolcri di libri che tanti della roba perduta ne rimangono infatti a putrefarsi in Parigi, non siano stati aperti; perché ci avea fatto scrivere su le balle di fuori Tragedie italiane. Comunque sia, il doppio danno ne ho avuto di perdere la mia spesa e fatica nella proprietà di quelle stampate da me, e di acquistare (non dirò l'infamia) ma la disapprovazione e la taccia di far da corista a que' birbi, nel vedermele pubblicate per mezzo delle stampe d'altrui.
     
     
     
      CAPITOLO VIGESIMONONOSeconda invasione. Insistenza noiosa del general letterato. Pace tal quale, per cui mi scemano d'alquanto le angustie. Sei commedie ideate ad un parto.
     
      Appena per qualche mesi aveva l'Italia un poco respirato dal giogo, e ruberie francesi, quando la favolosa battaglia di Marengo nel giugno del 1800, diede in poche ore l'Italia tutta in preda di costoro, chi sa per quanti anni. Io la sentiva quanto e piú ch'altri, ma piegando il collo alla necessità, tirava a finire le cose mie senza piú punto curare per cosí dire un pericolo, dal quale non m'era divezzato ancora, né oramai, visto l'instabilità di codeste sozzure politiche, me ne divezzerò mai piú. Assiduamente dunque lavorando sempre a ben ridurre e limare le mie quattro traduzioni greche, e null'altro poi facendo che proseguire ardentemente gli studi troppo tardi intrapresi, strascinava il tempo.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





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