Pagina (355/406)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      la difficoltà del greco, invento l'ordine di Omero, e me ne creo ?(((((((?cavaliero.
     
      Ed eccomi, s'io non erro, al fine oramai di queste lunghe e noiose ciarle. Ma se io avea fatte o bene o male tutte le surriferite cose, mi conveniva pur dirle. Sicché se io sono stato nimio nel raccontare, la cagione n'è stata l'essere stato troppo fecondo nel fare. Ora le due anzidette malattie in queste due ultime estati, mi avvisano ch'egli è tempo di finire e di fare e di raccontare. Onde qui pongo termine all'epoca quarta, essendo ben certo che non voglio piú, né forse potrei volendo, creare piú nulla. Il mio disegno si è di andare sempre limando e le produzioni, e le traduzioni, in questi cinque anni e mesi che mi restano per giungere agli anni sessanta, se Iddio vuole che ci arrivi. Da quelli in poi, se li passo, mi propongo, e comando a me stesso di non fare piú nulla affatto, fuorché continuare (il che farò finché ho vita), i miei studi intrapresi. E se nulla ritornerò su le mie opere, sarà per disfare, o rifare (quanto all'eleganza), ma non mai per aggiungere cosa che fosse. Il solo trattato aureo Della vecchiaia di Cicerone, tradurrò ancora dopo i sessanta anni; opera adattata all'età, e la dedicherò alla mia indivisibile compagna, con cui tutti i beni o mali di questa vita ho divisi da venticinque e piú anni, e sempre piú dividerò.
      Quanto poi allo stampare tutte queste cose che mi trovo, e troverò fatte, ai sessanta anni, non credo oramai piú di farlo; sí perché troppa è la fatica; e sí perché stando come fo in governo non libero, mi toccherebbe a soffrire delle revisioni, e a questo non mi assoggetterei mai.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





Omero Iddio Cicerone