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      Pensava che la podagra cosí non nutrita avesse a cedere; mentre lo stomaco non mai ripieno gli lasciava libera e chiara la mente all'applicazione sua ostinatissima. Invano la Signora Contessa amichevolmente ammonivalo, importunavalo, perché piú mangiasse, mentre egli a occhio veggente piú e piú immagrendo manifestava il bisogno di maggior nutrimento. Egli saldo nel suo proposito tutta quella state in eccessiva astinenza persisteva a lavorare con sommo impegno alle sue Commedie ogni giorno parecchie ore, temendo che non gli venisse meno la vita prima di averle perfezionate, senza voler perciò tralasciare alcun dí mai d'impiegarne su gli altrui libri non poche all'acquisto di maggior dottrina. Cosí via via distruggendosi con tanto piú risoluti sforzi quanto piú sentivasi venir manco, svogliato di ogni altra cosa che dello studio, omai sola dolcezza della stanca e penosa vita, ei pervenne ai 3 di Ottobre, nel qual dí alzatosi in apparenza di miglior salute e piú lieto che da gran tempo non solea, uscí dopo il quotidiano suo studio mattutino a fare una passeggiata in faeton [a giorno inoltrato, comunque prima di mezzogiorno, ndr.]. Ma poco andò che il prese un freddo estremo, cui volendo scuotere e riscaldarsi camminando a piedi, gli fu vietato da dolori di viscere. Onde a casa tornossene colla febbre, che fu gagliarda alcune ore, ma declinò sulla sera; e sebbene da principio da stimoli di vomito fosse molestato, passò la notte senza gran patimento, e il dí seguente non solo vestissi, ma fuori del suo quarto discese alla saletta solita per desinare.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





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