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      Sopra la costiera di una piacevole montagnetta, che tra Bardolino e Garda sorge alle sponde del Benaco, è posto Mirabello, luogo di delizia della marchesa di F*** dove è solita dimorare ogni anno buona parte della estate. Dall'un fianco guarda il bel piano, che irrigato è dal Mincio; dall'altro le Alpi altissime e i colli di Salò lieti di fresca e odorosa verdura; e sotto ha il lago, in cui si specchia, sparso qua e là di navigli e di care isolette. Quivi io mi ritrovava la state passata a villeggiar con la Marchesa, il cui aspetto ben risponde a tale amenità di luogo; e quivi mi convenne ragionar con lei di filosofia. Mi ridusse a questo l'acutezza del suo ingegno non meno che della sua curiosità, la quale, secondo che porta il discorso, si risveglia a un motto, e non si sbrama così di leggieri. Più vaga di sapere che volonterosa di parlare, non meno ella sa fare di belle domande che ne voglia udire la risposta: e tali per altro sono le maniere, ond'ella suole accompagnare e condire ogni sua voglia, che quanto piace a lei, tanto solamente può piacere ad altrui.
      Quando noi rimanevamo liberi dalle visite e dal giuoco, trattenimento pur necessario dove molti convengano insieme, parte della giornata da noi si trapassava in una fresca saletta, intrattenendoci assai sovente con la lettura di varie cose. Ma il più era di poesia; parendo che appunto alla poesia ne invitasse particolarmente la campagna, dov'ella già ebbe la origin sua, e dove meglio che in altro luogo si compiace di abitare.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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