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      Eccovi, Madama, come in un batter d'occhio abbiam fatto i colori. Cercate voi d'avvantaggio ? Ricordatevi, che noi siamo nel palazzo magico del Cartesio, dove basta chiedere per ottenere. - No, no, - ella rispose - fermiamci per ora su' colori: e dichiaratemi onde nasce che questo corpo accresca ne' globetti di luce il moto di rotazione; lo diminuisca quell'altro. - Ciò nasce - io risposi - dalla varia qualità e disposizione, che trovasi nelle particelle componenti le superficie de' corpi medesimi, dalla loro inclinazione, positura, figura e simili altre cose: le quali essendo diverse, debbono altresì diversamente modificar la luce che in essi corpi si avviene. E così il filosofo vi dà di che dipingere
     
      L'erbetta verde, e i fior di color mille,
     
      di che variare a vostro piacimento la faccia dell'universo.
      - Veramente, - ripigliò la Marchesa - con questi vortici si viene a fare ogni cosa. Dica chi vuole, non si potria mai abbastanza ammirare il sistema del Cartesio. Non ci è quistione che egli non sia prontissimo a scioglierla; e ciò non fa con lunghi raggiri, ma con una semplicità che è un incanto. Il sole, le stelle, col moto de' pianeti, la luce e i colori noi abbiamo voluto fare, e furon fatti. Ma dite, vi è occorso egli mai di ragionare con altra donna di filosofia? - No al certo, Madama, - io risposi - nè ci voleva niente meno di voi a farmi soccombere. Ma che mi fate voi una tale dimanda? -Ed ella: - Per sapere come essa si fosse comportata; come avesse fatto con questo Cartesio.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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