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      I quali, trovando ivi la lente che gli aspetta, vengono da essa riuniti dentro della stanza in altrettanti punti, che hanno rispettivamente tra loro la medesima situazione e il medesimo ordine che i punti degli oggetti donde e' partono. E così vengono, quasi punte di pennello, a dipingere sopra un foglio di carta, che dietro alla lente si pone, l'immagine di quegli medesimi oggetti. E ben vi so dire, Madama, che di tal forza e di tal precisione è quella pittura, che un paese di Marchetto Ricci o una veduta del Canaletto male vi starebbono a fronte. Maravigliosa vi è la degradazione, armonioso, quanto mai dir si possa, il colorito, esattissimo il disegno. Non solo vi è animato ogni cosa, ma si muove veramente. Vi vedreste camminar le persone, tremolar le foglie degli alberi, veleggiare una barchetta, o dar de' remi nell'acqua. Che più? Su per l'onda, che rompono i remi, vi vedreste scherzar variamente ed isfavillare il lume.
      - Che non mandiamo tosto, - entrò qui a dire la Marchesa - per una lente? Mi par mill'anni di vedere così fedelmente copiati i bei siti che abbiamo qui d'attorno, di vedere un quadro di mano di così eccellente maestro, quale è la natura. - Grande senza dubbio, Madama, - io risposi - sarà la vostra maraviglia; né minore il piacere che ne prenderete. Ma non vi fareste poi anche le maraviglie, se, continuando io nella stanza buia a ragionarvi di filosofia, dicessi così: Ora ecco fate ragione di essere col pensiero in uno dei vostri occhi, e di vedervi quello che avviene là entro.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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