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      Nella maggiore o minor forza degli ondeggiamenti dell'aria sta la maggiore o minore intensione del suono; e nella maggiore o minor forza degli ondeggiamenti dell'etere sta la maggiore o minore intensione della luce. Anzi, a quel modo che la varia frequenza nel guizzar dell'aria fa la varietà de' tuoni, come grave, acuto, con quelli che sono di mezzo, così la varia frequenza nel guizzar dell'etere fa i vari colori rosso, giallo, e gli altri, che si possono considerare come i tuoni della luce. - Io non so - disse la Marchesa - se mai similitudine sia stata, e direi anche da certi nostri oratori, spinta tant'oltre. E più oltre ancora lo è - io risposi - da cotesto filosofo. Non è dubbio che i vari ondeggiamenti dell'aria si tagliano insieme, senza che l'uno rechi un minimo turbamento all'altro, non che si distruggano tra loro: come veggiamo tutto dì avvenire nei concerti di musica, dove il violino non si confonde col basso, o il basso col violino,
     
      e dove in voce voce si discerne.
     
      Per simil modo, è ben naturale a pensare che succeda dei vari ondeggiamenti dell'etere, che dai diversi colori delle cose si trasmettono a varie parti; i quali potranno tagliarsi fra di loro senza confondersi, ovvero alterarsi in alcun modo. E ciò perché un vorticetto, che sia comune a due filze che ondeggiano, potrà da una parte ondeggiare per un verso e dall'altra per l'altro, dividendosi, per la medesima cedevolezza delle sue parti, come in due. E così i vorticetti del Mallebranchio, mercé la fluidità loro, vagliono a far quello che non potean fare i globetti del Cartesio, colpa la loro solidità.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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