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      I raggi della luna vennero raccolti insieme, onde invigorire la operazion loro, nel foco di grandissime lenti, e quivi fu collocato un termometro; è questo uno strumento che per la dilicatezza e sdegnosità sua, dirò così, mostra all'occhio il caldo ed il freddo: è fatto di una palla o caraffa di vetro, con un sottilissimo collo, la quale contiene dello spirito di vino, che, a ogni minimo grado di calore che senta, si dilata e monta su per il collo della caraffa, e si ristringe a ogni minimo grado di freddo e dibassa. Osservarono adunque che non si ristrinse punto, benché nel foco di taluna di quelle lenti i raggi della luna umidi e freddi, come si credeano, venissero ad esser di lunghissima mano più stretti insieme, e più densi che nol sono quando battono dirittamente sopra di noi. Talché oltre al rischiarar le notti, e ad inspirar nel cuor degli amanti un non so che di appassionato e languido che dolcemente gli attrista, non hanno i raggi di quel pianeta qualità altra niuna. - Ecco delle osservazioni - disse la Marchesa - che pur dovrebbono andare a genio di tutti, come quelle che lasciano stare le cose belle, e ne guariscono da vani e mal fondati timori. - I filosofi da sistemi - io rientrai qui a dire - paragonare si potrebbono a quella generazione di statisti, che per via di sistemi di altra natura promettono mari e mondi, e dannosi vanto di arricchire detto fatto le nazioni. E già non manca chi porga loro orecchio, ché tutti vorrebbono in picciol tempo divenire dotti, non meno che ricchi.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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Marchesa