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      E da credere che ciò venisse da difetto di diligenza; dal non avere il Mariotto bene accecata la stanza, sicché vi trapelasse altro lume, oltre a quello dello spiraglio; o piuttosto dal non avere ben separato i raggi d'insieme, colpa il prisma non abbastanza buono; dal non avere in somma usato quelle precauzioni, tanto necessarie all'esito di così dilicata esperienza. Da qual cagione ciò procedesse, fatto è che si levarono in Francia le grida contro al sistema inglese; e grandissimo, come vi dissi, fu il bisbiglio che se ne fece. Se non che, poco tempo appresso la esperienza fu solennemente rifatta in Inghilterra alla presenza di alcuni letterati uomini francesi, ivi tratti dall'amor delle scienze; e chiariti, sino all'ultimo scrupolo, che il Mariotto, osservatore peraltro giudizioso e diligente, avea pure fallito quel tratto, furono su questo punto accordate le due nazioni, le quali divide, assai più che il mare frapposto, gara di dominio, di dottrina e d'ingegno.
      Mercé di tal pace filosofica - io seguitai a dire - l'ottica inglese godé per molti anni della più gran riputazione nella dotta Europa. Quando sursero a un tratto in Italia quei fieri nemici delle dottrine neutoniane, che vi ho detto. Non contenti costoro d'impugnare la diversa refrangibilità, aggranellavano sino alle cose rifiutate contro all'immutabilità del colore; rimettevano in campo la esperienza del Mariotto; assicuravano che diligentemente da essi rifatta era loro riuscita come al Mariotto medesimo; non volevano stare a quella sentenza, alla quale era pur stata la Francia; facevano, quanto era in loro, d'intorbidar di nuovo ogni cosa.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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