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      La immagine colorata del sole per essi dipinta riuscì schiettissima senza adombramento alcuno, e senza velo: e i colori refratti la seconda volta restarono così immutabili, che l'occhio il più sofistico, l'occhio dello stesso Zoilo del Neutono non vi avrebbe potuto scorger dentro un minimo pelo di alterazione.
      - Forse - disse sorridendo la Marchesa - che ha voluto la natura concedere a' prismi inglesi il privilegio di mostrare il vero; a quei prismi cioè, per mezzo de' quali lo ha da prima manifestato agli uomini. - Uno assai strano fenomeno - io risposi - sarebbe cotesto. Ma caso è che le risposte della natura, debitamente interrogata che sia, non si contrarian mai e sono sempre le medesime. Bene accecata la stanza, e perfettamente depurati che sieno i raggi da un buon prisma, i colori, non che una sola, ma tre e quattro volte refratti, tali si rimangon sempre, quali realmente sono. Ed ancora, chi guarderà col prisma un oggetto illuminato da un lume omogeneo, rosso, verde, o altro che sia, nol vedrà punto cangiato né di colore, né di figura; ma solamente fuori del luogo suo: e i più minuti caratteri posti a un tal lume si veggono distinti, e si possono leggere senza una fatica al mondo col prisma all'occhio. Dove al contrario i medesimi oggetti posti al lume eterogeneo dell'aria o del sole, e guardati col prisma, per la diversa refrazione che soffrono dal prisma medesimo i raggi, di che sono illuminati, oltre al vedersi pezzati di colori, appaiono altresì sfigurati non poco e confusi.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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Zoilo Neutono Marchesa