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      E non maraviglia, da che si vede assai chiaramente
     
      che quel vantaggio sia tra loro appunto,
      ch'è tra il panno scarlatto, e i panni bui.
     
      Se non che, mettendo al sole quella composizione di varie polveri, con che altro non facevasi che accrescere in lei la forza del lume, quel bianco, di smaccato ed ottuso, diveniva più spiritoso e più vivo. Sì bene: un bianco bellissimo, che è il risultato di tutti i colori, ce lo mostra la schiuma, che si leva dall'acqua agitata con sapone. Chi la osserva da vicino, vede le gallozzole o bollicelle di essa quasi formicolate di vari colori; ma, se egli si fa alquanto dalla lunge, que' vari colori vengono a confondersi insieme, e bianca apparisce in ogni sua parte quella moltitudine di gallozzole.
      - Da quale picciola cosa - disse la Marchesa - non si ricava un testimonio e una riprova per una bella e importante verità. Parmi che nella scienza delle cose naturali il più leggieri fenomeno, una fanciullaggine, un niente sia di una così grande importanza, per gli occhi di un bravo osservatore, che nel gioco degli scacchi è tra le mani di un valente giocatore una pedina. Quella sperienza della schiuma era pur bella e fatta: fu pur in ogni tempo dinanzi agli occhi di tutti; e niun altro seppe farla giocare, fuorché il Neutono. - Madama, - io risposi - voi sapete, che in ogni cosa tutti vedono, e i pochi osservano: e della scienza dell'osservare poco o niun conto ne facevano i filosofi ne' tempi addietro, quando acremente sostenevano il colore esser l'atto del pellucido, inquanto egli è pellucido; che erano dati solamente a studiare Aristotele, ad interpretare, a stiracchiare e distorcere i testi di lui, che chiamavano il maestro di color che sanno.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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