Pagina (110/223)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fattele però illuminare da ciascuna specie di raggi, l'una appresso dell'altra, misurò separatamente in ciascuna la larghezza dell'anello, ch'era più vicino al contatto, o alla macchia nera; e trovò che più ristretto di tutti era l'anello nel color violato, un po' più larghetto era nell'indaco, più ancora nell'azzurro, e così successivamente sino al rosso; nel qual colore l'anello avanzava tutti gli altri in larghezza. Né diversamente accadeva, se in luogo dell'aria era tra quelle lastre intrusa dell'acqua, salvo che i colori erano men vivi; e il primo anello in ogni mano di colori era più ristretto che nell'aria, e più vicino alla macchia nera. Ora ecco che i raggi più refrangibili sono ancora i più riflessibili. Ciò viene a dire che in una data materia di minori grossezze è mestieri a riflettere il violato e l'indaco; e di maggiori a riflettere il rosso e il doré. Che se la densità in una materia sarà maggiore che in un'altra, sarà bisogno di minor grossezza nelle particelle della più densa che della meno, perché ne sia riflessa la medesima specie di raggi. E così i corpi sono come altrettanti tessuti, le cui fila, in virtù di certa densità o grossezza, ne riflettono all'occhio questa sorta di raggi meglio che quella; gli altri raggi che vi dan su, vengono a spegnergli nelle cieche vie, che sono tra filo e filo; e tutto il tessuto ne apparisce di quel tal colore che le fila riflettono. - Io per me già non dubito - ripigliò la Marchesa - che la cosa non sia così per appunto, come voi dite.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Marchesa