Pagina (116/223)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dal bel principio ella ha formato con que' suoi embrioni come altrettanti conservatoi delle cose, che hanno dipoi in sì gran copia a provvedere e fornire il mondo, e della luce ella ne ha fatto il tesoro, la miniera, l'embrione, diciam così, de' colori, che ha prodotti una volta per sempre belli e immutabili e atti solamente a separarsi d'insieme, e a mostrarsi quando bisogna ai di fuori. Mirabile veramente si manifesta in ogni suo effetto, in ogni sua operazione la natura, quando n'è dato di conoscerla. Laddove, secondo il Cartesio, conviene che ad ogni instante ella imprima nuovi moti di rotazione a que' suoi globetti, che a ogni refrazione, a ogni riflessione, a ogni minimo che, ella si dia il pensiero e la briga di andargli variando: talché ha sempre mille faccende in sulle braccia e si direbbe che per lei non è mai domenica né festa.
      Qui non potei fare a meno di non sorridere così un poco, indi ripresi a dire: - Lodato sia Iddio, Madama, che pur nel sistema del Neutono ci trovate quella semplicità, che tanto vi va a genio. Ma questa così fatta attitudine che hanno i raggi a separarsi d'insieme, per quanto sia mirabile e torni anche comoda alla natura, pur talvolta riesce incomoda per noi. - Come incomoda? - rispose la Marchesa. - Troppo mancherebbe agli oggetti della lor bellezza, se ciò non fosse. Vorreste voi vedere il medesimo colore ripetuto in ogni cosa, vorreste vedere il mondo come un chiaroscuro? - Un grandissimo inconveniente - io risposi - sarebbe senza dubbio per le dame, se elle non dovessero vestirsi che di un solo colore, e se con la varietà de' colori venissero a perdere un così ampio soggetto di belle quistioni, di consulte, di discorsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Cartesio Iddio Madama Neutono Marchesa