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      Né altrimenti pare, che dobbiate pur credere - massimamente dopo quanto udiste l'altro dì della dottrina del Cartesio. Ma ora svelarvi conviene i più riposti arcani della filosofia. Convien dirvi che, oltre a quella forza, un'altra ancora ce ne è sparsa per tutto l'universo, onde i corpi hanno come sentore gli uni degli altri: benché lontani, tra loro vicendevolmente si attraggono e, rimosso che fosse ogni impedimento, correrebbono tutti ad unirsi insieme. E cotesta universale attrazione della materia, di cui è un ramo l'attrazione particolare tra i corpi e la luce, fu subodorata quasi che in ogni tempo da coloro che considerarono più addentro il sistema del mondo; ma fu discoperta veramente, posta in chiaro e ridotta a computo dal Neutono; e oramai si può riguardare come la chiave della fisica. - La Marchesa recatasi in sé, e ponendomi ben mente nel viso: - Adunque, - ripigliò - voi dite seriamente che tutti i corpi si attraggono? Ecco un mondo novello per me, dove io mi trovo tutta smarrita. - Madama, - io soggiunsi - egli accade a voi quel medesimo, che già accadde a molti filosofi di professione. Ma perché essi sdegnarono di reputarsi nuovi, come fate voi, in questa filosofia, adombratisi al solo none di attrazione, si levaron tosto ad impugnarla. Dissero che quest'attrazione è tutt'uno con quelle qualità occulte, di cui gli aristotelici informavano i corpi, e colle quali credevano render ragione degli effetti naturali; che con questa attrazione si veniva a rimettere in seggio quel filosofare enimmatico e inintelligibile, a mostrare la cui vanità convenne che tanto oprassero col senno e con la mano i più sani ingegni della passata età; e vanno formando addosso al Neutono un gravissimo processo.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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