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      Erano da noi con diletto grandissimo corse quelle chiare e limpid'acque, che bagnano costiere piantate di bei pergolati di aranci, e per lo fremito delle onde gareggiano talvolta col mare. Ritornati la sera assai tardi a casa al suono di corni da caccia, e al lume della luna, sotto a cui tremolar pareano le acque del lago, a giocar ci ponemmo; e quindi a una linda ed elegante tavola; né mancarono di bei motti e racconti, che condissero la cena.
      Il dopo pranzo del seguente giorno prese commiato la compagnia; e mostrandosi la Marchesa più volonterosa che mai di ripigliare il nostro ragionamento sopra l'attrazione, postici a sedere nella galleria, io mi feci a dire in tal modo: - Un effetto, che è continuamente negli occhi di tutti, e di cui occultissima è la causa, è che i corpi, quando da niuna cosa sono impediti, vanno in basso, e gravi perciò si chiamano. Della gravità fu il primo il Galilei a dimostrare le proprietà e le leggi nei movimenti dei corpi, che sono appresso alla terra; tanto di quelli che cadono abbandonati a se medesimi, che di quelli che corrono giù alla china, o che vibrano appesi d'in alto, e pendoli in aria. E per tali vie principalmente egli entrò nel campo della vera filosofia, dove da tutti è riconosciuto qual primo duce e maestro. Il Neutono scopri dipoi come tutti i corpi, anche i più lontani dalla terra, sono dotati di gravità gli uni verso degli altri; trovò di tale gravità universale le leggi primitive; giunse a vederne sino alla causa; e si levò a così alto volo, quasi direi, per uno abbattimento.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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