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      La più grande orbita di tutte, che ha non vi saprei ben dire quanti milioni di milioni di miglia di circuito, viene in trent'anni descritta, come già sapete, da Saturno; ed essa comprende quelle degli altri pianeti: Giove, Marte, la Terra, Venere e Mercurio, i quali penetrati tutti dalla virtù magnetica del sole danzano in vari giri intorno da lui, come nel suo Paradiso cantò il Miltono, quasi profetizzando agli uomini i misteri dell'attrazione. Da essa sono altresì governate le comete, le quali, benché vadano quale per un verso e quale per l'altro, benché girino intorno al sole per orbite assai più bislunghe che non fanno i pianeti, ubbidiscono però puntualmente alle medesime leggi; e quanto già furono al Cartesio ribelli, altrettanto sono docili al Neutono. Per l'attrazione similmente i pianeti secondari girano intorno a' loro primari; la luna cioè intorno alla terra, intorno a Giove le sue quattro lune, e intorno a Saturno quelle altre sue, che son cinque. In somma il gran fenomeno del giro de' pianeti, per cui i filosofi fabbricato aveano degli epicicli, dei vortici, ed anche creato delle intelligenze onde reggergli e governargli, si riduce al moto di un sassolino, che uno scagli con mano. Dopo aver esso da noi ricevuto la pinta, muoverebbe, quanto è a sé, per linea diritta, se la forza della terra, che lo trae del continuo in basso, nol deviasse per una curva. E già se noi da un luogo altissimo gittando un sasso, gli potessimo dare tal forza che, deviando per la curva, non si scontrasse nella terra, e l'aria non gli resistesse, verremmo a fare un'altra luna: voglio dire ch'e' girerebbe intorno intorno alla terra, come fa appunto la luna.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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