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      Amendue vanno insieme, e sempre che l'una si dispiega con poca o con molta attività, il somigliante fa l'altra. Sino a tanto che i raggi scorrono pel medesimo mezzo, non succede né refrazione né riflessione, né forza attrattiva si manifesta né repulsiva. Così l'una come l'altra accade nel confine di due mezzi tra loro differenti in densità. Quanto più differiscono i mezzi, la refrazione, come sapete, è maggiore; e lo stesso pur avviene della riflessione. Osservate quanto più viva è la immagine di un oggetto ripercossa da uno specchio di vetro che dallo specchio dell'acqua. I raggi che hanno maggior disposizione ad esser refratti, hannola altresì maggiore ad esser riflessi. A riflettere gli azzurri, che refrangono più facilmente dei rossi, basta nelle particelle della materia una sottigliezza che non è valente a riflettere i medesimi rossi; e i raggi più refrangibili, come ben vi dee ricordare, sono anche più riflessibili. Sono questi, Madama, bastanti argomenti, per farvi anche in questa parte divenir neutoniana? - Molto - riprese a dir la Marchesa - è da ammirare la sottigliezza e, insieme, la precisione di un tal discorso. Pur nondimeno, a parlarvi liberamente, a me sembrava assai più naturale attribuire la causa della riflessione non a quella forza repulsiva che dite ora, ma al dare che fa la luce, secondo che pur diceste, nelle parti solide de' corpi, donde è rimandata indietro, come una palla che dà in terra. Ciò è pur facile ad intendersi, e naturale ad avvenire. - Ed io ripresi in tal modo: - Madama, io usai allora il linguaggio de' filosofi volgari per condiscendere al nostro immaginare.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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