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      Ma sapete voi quale inconveniente dovrebbe nascere, essendo vero ciò che par tanto naturale? E' non ci sarebbe specchi al mondo, non ci sarebbe cosa che ne potesse presentare la nostra immagine. - Oh questo sì, - disse la Marchesa mezzo sorridendo - che ci tocca nel vivo. - Perché possiate vedervi - io seguitai - dentro allo specchio, conviene che i raggi, come già avete inteso, i quali dal vostro volto vanno a esso specchio, se ne ritornino a voi con la stessa stessissima inclinazione con cui vi andarono, senza che dalla riflessione sieno turbati per niente, o disordinati in qualunque modo si sia. Ora, quando ciò avesse da avvenire in virtù dei raggi riflessi dalle particelle componenti la superficie dello specchio, sarebbe necessario, non è dubbio, che la superficie tutta si fosse perfettamente liscia e pulita; altrimenti, se vi ha delle asprezze, delle ineguaglianze qua e là, che vale a dire se le parti della superficie formano come altrettanti rialti, o piani variamente inclinati, i raggi riflessi non potranno più dirigersi verso il medesimo luogo; ma, seguendo appunto la inclinazione di ciascuno di que' piccioli piani, verranno sparpagliati da ogni parte, né potran rendere la immagine dell'oggetto che loro si affaccia. - E gli specchi - disse la Marchesa - non sono eglino così puliti, come voi dite che hanno da essere? - No certamente - io risposi - e con effetto se voi guardaste col microscopio le superficie di quelli, le vedreste scabrose ed aspre, non altrimenti che all'occhio nudo è lo specchio delle acque, quando sono increspate dal vento.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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