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      Non andò molto tempo, da che io feci con la Marchesa di F... quella mia villeggiatura filosofica, che io passai l'Alpi per la seconda volta desideroso di rivedere que' paesi, dove, per l'ampiezza, ed unità dello stato, fiorisce ogni qualità d'arti, ogni bel costume e viver gentile. Di là presi il cammino a più remoti paesi per vaghezza di veder cose pellegrine, e venni dipoi dove mi fu dato di vedere la più pellegrina cosa di tutte: semplicità di maniere unita a regio stato, instancabilità nell'operare, erudizione nell'ozio, e sul medesimo capo gli allori di Marte e quelli delle Muse. Finalmente tornatomene in Italia, il mio primo pensiero fu riveder la Marchesa. Un giorno adunque, senza farlene altro sentire, andai alla sua villa di Mirabello sulle rive del Benaco; che là, essendo di luglio, seppi ch'ella si trovava; né mi fu di gran dispiacere a non ci trovar compagnia. Molto lietamente ella mi accolse; e vari furono i ragionamenti, co' quali fu da noi scorsa in picciol tempo quasi tutta Europa. Dalle nuove del mondo, dalle istorielle e dalle mode si venne a ragionar delle venture della filosofia. Ed essendo io entrato a parlare delle riconferme che fannosi tuttodì del sistema che aveva abbracciato la Marchesa: - Per tutto questo - ella prese a dire - non credo già io, che il signor Simplicio vorrà quetarsi. E ben ve ne dovete ricordare del signor Simplicio, che è quel gentiluomo che vedeste qui da me alcuni anni sono, e di poeta è divenuto filosofo. E di tal cambiamento ne foste pur voi la cagione; che dappoiché intese voi ragionar di filosofia, tanto se n'è invaghito, che d'altro quasi mai non parla che di filosofia.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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