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      Ma come mai il rosso, il giallo e l'azzurro potevan dare gli altri quattro colori? quando niuno di essi posto al crociuolo, posto al tormento di qualunque prova, non ci dà altro colore che il suo proprio. E queste tali cose pur le sapeva il Dufay. Ma quello che all'intelletto dovette fargli alcun velo, ed essergli anche occasione d'inganno, fu l'aver udito dire che i pittori con tre soli colori vi sanno fare tutti gli altri. E similmente con tre soli rami, l'uno per le tinte rosse, l'altro per le gialle, e il terzo per le azzurre, impressi dipoi sulla medesima carta, il Blon lavorava quelle sue stampe colorate, che gareggiano cogli stessi quadri: una veramente delle belle invenzioni della nostra età; ma, come avviene delle cose migliori, fu moltissimo lodata da chi dovea favorirla, e quasi niente promossa. - E perché adunque i signori neutoniani - entrò qui a dire il signor Simplicio - non vorrebbono eglino avvertire a quelle verità, che mostra l'esperienza giornaliera di coloro, che non hanno la mente preoccupata da niun sistema? Fu già detto, con gran ragione, che le ordinarie nostre manifatture presentano tutto giorno delle maraviglie agli occhi di coloro che sanno vederle. Ma forse isdegnano i neutoniani, essi che sono sempre in cielo,
     
      mirar sì basso con la mente altera.
     
      - Eglino avvertono - io risposi - che, siccome a' pittori conviene per li chiari i più alti servirsi di biacca, in quelle stampe del Le Blon vi si lascia, per li medesimi chiari, scoperto il fondo della carta; segno manifesto che con tre soli colori non si può veramente fare il bianco.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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