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      - Ed egli mi tagliò la parola dicendo: - Ancoraché io tenga per fermo che molto debba al Cartesio la filosofia, non per questo ogni sua opinione la credo una verità. E quando io dovessi seguitare in ogni cosa un qualche filosofo, sarebbe il nostro Galilei primo maestro, come debbono tutti convenire di color che sanno. - E verisimilmente dopo lui - qui entrò la Marchesa - l'autore del novello sistema d'ottica. - Basta, - rispose il signor Simplicio - ch'egli abbia saputo apportare un qualche lume nella filosofia; benché né di lui né d'altri oramai è bisogno. Chi non sa che la natura era involta in profonde tenebre; venne il Neutono, e fu luce ogni cosa? - Ma come è mai, ripigliai io - che voi vi siate dichiarato antineutoniano, e non anche antigalileano? Se persona nel suo filosofare non si dipartì punto dalle vie del Galilei, il Neutono è desso: purché voi non gli apponiate di averselo lasciato di gran spazio indietro, e di aver toccate le più forti cime del sapere. - La verità è, - diss'egli - che in Francia degli oppositori del Galilei non se ne trova alcuno; ma ben moltissimi, come io vi diceva, e voi dovete pur sapere, se ne trovano del Neutono. - Al quale io risposi: - Le ultime novelle che per me posso darvi della Francia, sono che quanti con la geometria o co' prismi alla mano aveano attaccato il Neutono han dovuto cantar la palinodia. Se non che non saranno mai per mancare di coloro che vanno tuttavia ripetendo le medesime obbiezioni, ille quali fu già fatto diffinitiva risposta; e tutto che atterrati dalla forza del vero, non si vogliono mai dare per vinti.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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