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      In fine dopo molta guerra è rimasto padrone del campo il Neutono; e la moda si già dichiarata in Francia a favore della filosofia inglese. Le sperienze dell'ottica neutoniana si fanno giornalmente in Parigi; e le donne gentili vanno a vedere dal Nollet refrangere diversamente i raggi, come vanno alla Zaira del Voltaire. - E questo istesso Voltaire - disse la Marchesa - non ha egli, per amore del Neutono, cambiata per un tempo la lira col compasso? - Sì certo; - io risposi - e quegli che poteva essere il Lucrezio di questa filosofia amò meglio di esserne il Gassendo. - Vorreste voi adunque - entrò qui a dire il signor Simplicio - ch' egli ci avesse cantato e messo in rima la proporzione diretta delle masse, la reciproca dei quadrati delle distanze, con altre simili gentilezze? - Chi meglio di voi - io risposi - potrebbe giudicare dei soggetti convenienti alla poesia? Fate pur ragione che ho avuto il torto io. La ultima precisione e la fantasia sono in fatti quelle due gran nemiche da non si potere aggiungere insieme. E sembra così poco suscettibile di locuzione poetica una proposizione di geometria, che sarebbe di mossa pittoresca l'attitudine di un equilibrista. Ma quanti altri non si possono contare, oltre il Voltaire, che con illustrazioni e con chiose entrarono in lizza per il Neutono? De' quali è capo il Maupertuis, che primo piantò il neutonismo nell'Accademia di Francia, non ostante tutte le opposizioni ch'egli ebbe a combattere ed a vincere. Che già a niun partito non vi avrebbono voluto tal pianta esotica, quasi prevedessero l'aduggiamento, che ne doveano patire le loro piante natie.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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