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      E tra i frutti che, trapiantata nel terreno di Francia, ella portò, furono di molto belle speculazioni che fece il medesimo Maupertuis sopra alcuni particolari effetti dell'attrazione. - Ora so ben io, - disse qui il signor Simplicio - che noi entriamo nel più cupo pelago della filosofia. - Come sarebbe - continuai io a dire - l'origine dei satelliti, che fanno corona ad alcuni pianeti, e il modo con che si venne a formare quel maraviglioso anello onde è ricinto Saturno. I satelliti erano ab antico altrettante comete, le quali ne' lunghissimi loro corsi passarono troppo vicine di alcun pianeta, entrarono nella sfera della sua attrazione, furono distolte dal loro cammino; e così di corpi primari, che giravano intorno al sole, divennero secondari, che girano intorno e ubbidiscono a un pianeta. Tali mutazioni di stato, così fatte catastrofe debbono singolarmente essere cagionate da quei pianeti, che sono i più grossi degli altri e i più lontani dal sole. E ben, Madama, ne vedete il perché. Dove è più di grossezza, ivi ancora è più di attrazione; ed essendo in una gran distanza dal sole rallentato di assai il moto delle comete, che presso al sole è velocissimo, vengono esse a sentire per più lungo tempo l'attrazione del pianeta che costeggiano. In effetto vedete come alla nostra terra, né molto grossa né molto dal sole lontana, non è sortito di far conquisto che di una sola cometa. Al contrario Giove tanto più grosso, e più dal sole lontano di noi, ne ha conquistato quattro; e cinque ne sono state rapite da Saturno, grosso anch'egli la parte sua, e più lontano di tutti dal sole.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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