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      Potrebbono ancora le comete esser distolte dal loro cammino e rapite da' pianeti, a cui passano d'appresso, se sono piccioline; ovvero condur via seco esse tal pianeta, se avviene che sieno più grosse e le più possenti.- Perché no? - disse la Marchesa. - Largo campo di filosofare danno veramente agl'ingegni speculativi coteste comete, largheggiando come fanno, ne' loro movimenti. Peccato solamente che per la tanta varietà appunto de' loro moti la mente si viene a perdere in certo che d'indeterminato e di vago. Né si sa precisamente quello se ne abbia a temere o a sperare. - Noi siamo ancora ben lontani - io risposi - dal sapere ogni particolarità di quella strana generazione di corpi celesti; e pare che abbia ardito di troppo chi ha voluto predire il ritorno di alcuno di essi. - Come? - entrò qui a dire il signor Simplicio in atto di maraviglia - non è dunque arcisicuro il ritorno di quella cometa, che tra pochi anni apparir deve in cielo a far fede alla terra della verità delle dottrine inglesi? La si dava pure, non è gran tempo, per certissima una tal nuova. Ma ora che i signori neutoniani sentono stringere il tempo, che ismentire potrebbe i loro prognostici, pigliano il tratto innanzi e gli tacciano di troppo arditi. - Qual torto - io risposi - venisse a ricevere il sistema neutoniano se la cometa non tornasse così per appunto, io non saprei dirlo. Dinanzi agli occhi di chi dritto estima, lieve sarebbe certamente, e da non ne fare niun caso; sarebbe come dire un punto di perfezione di meno.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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Marchesa Simplicio