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      - Nel vero, - io risposi - quella deviazione si trovò minore che non avrebbe dovuto essere. Ma se qui io vi dicessi, col vostro Petrarca,
     
      per lo migliore al desir tuo contese?
     
      Cotesto stesso divario mostra in sostanza la verità de' computi. - Ed egli rispose: - Odi nuova forma di sillogizzare, che si mette ora in campo. Gli effetti smentiscono i calcoli; e si ha da credere che i calcoli tornino a maraviglia cogli effetti e col vero. Io per me, sia detto con pace de' neutoniani, ho preso di volermi attenere alla loica che s'insegna di qua de' monti. - Pur non vi gravi, signor Simplicio, - io ripigliai - stare ad udire questo sillogizzare de' neutoniani. Pare a voi che sia da prestar fede a' matematici, quando dimostrano che l'acqua portata da' condotti risale alla medesima altezza da cui scende? - E chi ne dubita? - egli rispose. Ed io: - Ma effettivamente, se ben guardate, non troverete già che la loro teoria si verifichi a puntino. Né altrimenti può essere, perché tra le altre ella considera tali risalimenti, come se dovessero farsi non nell'aria, che pur loro resiste e contrasta, ma nel voto. E però l'acqua nel risalire non arriva mai a toccare il segno a che la fanno arrivare i computi. Nei computi, che si fanno dell'attrazione delle montagne, non potendo noi conoscere quali e quante sieno le interne loro cavità, benché si sappia che pur ce ne hanno da essere, conviene pigliarle come se fossero massicce: a quel modo che nei conteggi, quando non si possono sapere i rotti, si mette un numero tondo in vantaggio di chi ha da avere.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Petrarca Simplicio