Pagina (221/223)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E perché? perché la sperienza del Torricelli, con quante altre vanno insieme, mostreranno sempre il medesimo a qualunque tempo, in qualunque clima, in qualunque region della terra. E perché adunque non vorreste voi credere a quanto vi dice il Neutono? perché vorreste voi essergli avaro di fede? quando le sperienze intorno alla immutabilità de' colori, intorno alla diversa refrangibilità de' raggi della luce mostrano sempre il medesimo; quando i pianeti percorrono sempre intorno al sole aie proporzionali ai tempi; quando in somma invariabili sono le leggi della natura, delle quali il neutonianismo altro non è, a propriamente parlare, che il codice matematico. Né già voi, signor Simplicio, vorrete confondere i sistemi antitetici, come il cartesiano e suoi compagni, che accomodano, secondo il detto del Galilei, l'architettura alla fabbrica, col sistema del Neutono, il quale ha costrutto la fabbrica conforme ai precetti dell'architettura. Che sarebbe tutt'uno col mettere in un fascio la poesia del Seicento con la greca, i secreti degli empirici cogli aforismi d'Ippocrate. E dove la filosofia fantastica, erronea nelle sue conclusioni, come ne' suoi supposti, è totalmente disutile nelle operazioni della pratica, la filosofia sensata e matematica, a cui per la certezza de' suoi principi è dato d'indovinare, si trova esser mirabilmente feconda per gli usi della vita. Da tutta la scuola dell'ardito Cartesio che altro è mai uscito, se non che dicerie e strepito di vane parole? Quale utilità, qual comodo è derivato mai alla civile società dal giro de' vortici, dal premere della materia globulosa o della sottile?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





Torricelli Neutono Simplicio Galilei Neutono Seicento Ippocrate Cartesio