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      Si trovavano con lui carcerati egualmente Geronimo suo padre ed anche Gio. Pietro suo fratello (circostanza sinoggi ignorata), ed egli forse stimò bene evitare una dichiarazione, la quale avesse potuto sembrare difforme dalla dichiarazione che questi suoi parenti avrebbero fatta; ad ogni modo non sapremmo rinunziare in alcuna guisa alla notizia che fornisce il documento nostro. Dobbiamo aggiungere che ci siamo occupati di cercare qualche lume ne' Registri della Numerazione de' fuochi esistenti nell'Archivio di Stato in Napoli; ma precisamente all'epoca di fra Tommaso vi si trova una lacuna, che ci ha tolto di saperne altro. Abbiamo bensì potuto rilevare che gli antenati del Campanella in origine si cognominavano "Loli" ed ebbero in sèguito il cognome "Campanella", come pure che taluno di loro si ridusse a prendere domicilio in Stignano, casale di Stilo lontano da esso un cinque a sei miglia(24). Vedremo or ora che il padre di fra Tommaso fece anch'egli lo stesso più tardi, onde allora e poi si tenne da alcuni l'erronea credenza che il Campanella fosse nato in Stignano; ma nell'interrogatorio medesimo anzidetto, e troppe altre volte nelle sue opere e nelle sue lettere, il Campanella si disse di Stilo, e fino a non molti anni fa, presso la Chiesa di S. Biagio, vi si mostrava la casa in cui egli nacque; oggi se n'è perduta qualunque traccia!
      La sua famiglia ci risulta in umile stato, priva di beni di fortuna ed anche della più elementare cultura. Non una volta il filosofo ebbe a dire di esser nato povero(25); ma è parso al Berti che la famiglia dovesse ritenersi educata ed autorevole, specialmente perchè uno zio di fra Tommaso fu lettore di dritto nell'Università di Napoli, una sua sorella fu donna istruita, e suo padre e un prossimo congiunto ebbero l'onore di rappresentare la città di Stilo(26). Tutto ciò ha bisogno di essere rettificato: vedremo più in là che lo zio non fu propriamente lettore dello studio pubblico, e quanto alla sorella o meglio cugina Emilia, il Campanella medesimo ci lasciò scritto che era convulsionaria, e si mostrava di tratto in tratto chiaroveggente e sapientissima in Teologia "senza imparare"(27); nè il padre fu veramente uno degli eletti della città di Stilo quando nel 13 7bre 1541 gli Stilesi espulsero il Duca di Nocera, come è stato affermato dal Capialbi, perocchè a quell'epoca Geronimo padre del Campanella era appena da pochi anni nato, sibbene molto più tardi fu sindaco del casale di Stignano, ed allora bastava la qualità di uomo probo per esser chiamato a tali ufficii.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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