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      Egli poi in uno de' documenti che lo riguardano, da noi rinvenuto nell'Archivio di Stato, affermava di vivere nobilmente delle sue sostanze: ma era questo un ripiego frequentemente usato per sottrarsi alle tasse, perocchè, col "non fare arte nisciuna" si pretendeva, ed era riconosciuta, la qualità di gentiluomo e l'immunità specialmente dal testatico(28). Certo è che il processo di eresia dibattuto in Napoli, al quale dobbiamo spessissimo appellarci perchè ricco di notizie di ogni genere bene accertate, ci mostra Geronimo padre e Gio. Pietro fratello del Campanella esercenti entrambi l'umile mestiere del calzolaio, ed oltracciò entrambi analfabeti(29); ci mostra ancora, a quell'epoca, la famiglia di Geronimo in Stignano composta di 9 donne tra figlie e nipoti in una grande miseria, delle quali sono menzionate soltanto Costanza che abbracciò la vita monastica, Lucrezia che prese marito ed andò a risedere alla Motta Gioiosa, Giulia ed anche Emilia cugina, figlia dello zio; ci mostra infine un fratello del Campanella a nome Giulio, che andò a risedere egualmente alla Motta Gioiosa, e l'altro a nome Gio. Pietro dimorante in Stilo. Unicamente il piccolo Gio. Domenico, pel suo svegliato ingegno, fu mandato a scuola dalla più tenera età, ma non studiò altro che grammatica, e poi due anni di logica e fisica di Aristotile, indossando da fanciullo l'abito di chierico, che più tardi mutò in quello di S. Domenico(30). Possiamo perfino dare il nome del suo probabile maestro di grammatica: questi dovè essere Agazio Solea, poichè uno de' frati i quali gli furono poi compagni di sventura, fra Pietro Presterà di Stilo suo costante ed efficace amico, depose di averlo conosciuto "piccolo alla scola", ed in un altro processo posteriore di S. Officio contro questo fra Pietro, un Vincenzo Ubaldini di Stilo depose di essere stato con costui alla scola presso il grammatico Agazio Solea(31). Oggi in Stilo si mostra ancora una casa annessa alla Chiesa di S. Biagio, appartenuta al Parroco della Chiesa maestro del Campanella: ma se Agazio Solea fosse stato Parroco, difficilmente in un processo ecclesiastico sarebbe stata omessa tale sua condizione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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