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      Costoro mi furono larghi di molti beneficii, e mi portarono i libri de' Platonici e de' Peripatetici, di Galeno, d'Ippocrate e d'altri, acciò la difesa di Telesio da noi ideata fosse confermata da' detti de' più antichi. In quel tempo comandava colà un certo invidioso, il quale non una volta, ma invano, mi accusò di falsa dottrina, e di conversare eccessivamente con persone estranee al chiostro, presso il molto Rev.do P.e Pietro Ponzio da Nicastro, Maestro di Teologia ed allora degnissimo Provinciale, come presso tutti gli altri Superiori: giudichino pertanto qui la dottrina gli uomini perspicaci, non già egli che era ignorantissimo. Ma le persone che si riunivano con me erano buone e nobili, tra le quali il molto illustre Muzio Campolongo, Barone di Acquaformosa, che mi favoriva di moltissimi beneficii quasi mio malgrado, e mi difendeva da tutti e dall'ira di quel maledetto uomo, e mi avrebbe fatto altri favori se avessi voluto; a costui io debbo moltissimo. Parimenti Paolo Gualtieri non ignobile giureconsulto, che tornato da Napoli in patria mi fu carissimo, così per la sua prestanza ed integrità, come per avermi sempre più stretto a D. Luigi Brescia di Badolato, giureconsulto acutissimo, non secondo ad alcuno nell'arte della memoria, unito a me di non volgare amicizia fin dalla tenera età, la cui opera fu non solo utile ma molto necessaria in cose di grande importanza ed in tempi difficilissimi. Ma pel concorso di questi distinti uomini l'invidioso imperversava. Nè dico ciò a caso, ma il Signore lo conduca a salvazione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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