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      Ora vediamolo in Napoli.
      II. L'epoca della venuta del Campanella a Napoli è stata dal Berti, il più preciso de' suoi biografi, riportata all'anno 1591; ma a noi sembra che debba con la maggiore probabilità riportarsi alla fine del 1589. - Cominciamo, al solito, dal vedere ciò che si legge nel Syntagma de libris propriis intorno alla sua venuta e a ciò che egli fece in questa città. Parlando della sua Filosofia vi si dice: "questo libro di polemica fu stampato in Napoli presso Orazio Salviano nell'anno del Signore 1590, nel qual tempo pure, in casa del Marchese di Lavello e col favore del figliuolo Mario del Tufo, scrissi due commentarii, uno del Senso, un altro della Investigazione delle cose, e composi molti discorsi ed orazioni, per amici che andavano a prendere la laurea. A scrivere questi libri del Senso delle cose mi spinse principalmente una disputa fatta in un pubblico Congresso, ed oltracciò Gio. Battista Della Porta, che avea scritto la Fisiognomia in cui si diceva non potersi dar ragione della simpatia ed antipatia delle cose, mentre esaminavamo insieme il suo libro già stampato..... Scrissi in sèguito un certo esordio di Nuova Metafisica, nel quale stabiliva come principii metafisici la necessità, il fato, l'armonia. Parimenti la Filosofia Pitagorica con un Carme Lucreziano, invogliato molto della lettura di Ocello Lucano e de' detti de' Platonici. Ma nell'anno del Signore 1592 me ne andai a Roma fuggendo gli emuli accusatori che dicevano: come sa di lettere costui mentre non le ha mai imparate?


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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