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      Figuravano questi Signori tra le famiglie primarie nella nobiltà: vantavano la loro origine da uno de' primi Normanni venuti con Guglielmo Ferrabuc, Ercole Monoboij, che poi prese il suo cognome dalla terra del Tufo nella Provincia di Principato Ultra, avuta con altri doni in premio del suo valore; vantavano un Roberto del Tufo Signore di Montefredano presso Avellino, registrato nell'elenco de' Baroni che seguirono Goffredo di Buglione alla conquista di Terra Santa. A' tempi de' quali trattiamo, abitavano nella contrada che oggi si dice di S. M.a di Costantinopoli, nelle case appartenute già a' Castriota Scanderbeg, e poi divise fra loro e i Signori Marciani, cui faceva sèguito il palazzo del Reggente David, divenuto poi più tardi, nel 1610, la Chiesa ed il Monastero di S. Giovanniello; il palazzo de' del Tufo era quello oggi segnato col n.° 102, provisto, come gli altri contigui, di un giardino che avea per parapetto il muro della città durato fino a' giorni nostri. Quivi il Campanella trovò agio e conforto, e ben può dirsi questo il solo luogo di cui potè ricordarsi con piena soddisfazione durante tutta la sua vita. Ecco gl'individui di casa del Tufo che principalmente c'interessano per la nostra narrazione.
      1.° Gio. Geronimo del Tufo, che era 2° Marchese di Lavello: già capitano di cavalli nella guerra del Tronto, poi Governatore e Commissario generale in entrambe le Calabrie, Reggente della Vicaria, Membro del supremo Consiglio Collaterale; padre di Giovanni, avuto da Isabella di Guevara sua 1.a moglie (già morto nel tempo del quale trattiamo) e di Mario, avuto da Antonia Carafa della Spina sua 2.a moglie, che sposò il 1547 e che gli diede pure molti altri figliuoli(70). Egli rappresentava la casa al tempo in cui il Campanella venne a Napoli: ed era molto innanzi negli anni e morì nel 1591.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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