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      gli emuli accusatori, come nel Syntagma fu scritto.
      III. Le vicende del Campanella in questa sua prima andata a Roma non ci son note ne' loro particolari; ma possiamo dire con certezza che il suo processo si chiuse con una condanna all'abiura de vehementi (int. de vehementi haeresis suspicione), che ciò accadde nel 1591, e che dopo di essere rimasto quasi un altro anno in Roma, verosimilmente con la relegazione in uno de' conventi del suo Ordine secondo la giurisprudenza del tempo, egli finì per andarsene in Toscana. Possiamo aggiungere che dovè essere giudicato trovandosi Commissario generale del S.to Officio fra Vincenzo da Montesanto, Piceno, al quale, fatto poi Vescovo aprutino di Teramo nel 23 ottobre 1592, successe fra Alberto Tragagliolo da Firenzuola che ci darà molto da dire più tardi. Non potremmo affermare che in questo primo processo il Campanella abbia avuto il tormento, come era solito a verificarsi quando si finiva coll'abiura de vehementi: egli non ne fece mai parola, ma veramente non fece mai parola chiara ed aperta del processo medesimo, appunto perchè finito così male; una volta sola non potè non ricordare la sua posizione passata di veementemente sospetto senza dir altro, e vedremo che l'essere stato "sette volte tormentato", giusta le sue ripetute affermazioni, deve riferirsi interamente al processo ultimo fattogli in Napoli. È certissimo intanto che quella condanna gli sia stata inflitta, e non è arrischiato il ritenere che gli sia stata inflitta per le proposizioni ereticali in dispregio della scomunica: lo attestano da un lato due lettere del Nunzio esistenti nel suo Carteggio, da un altro lato la lettera del Card.l di S.ta Severina sopra menzionata(98). In una delle due lettere del Nunzio diretta al Card.l di S.ta Severina si legge, "scuopro che altra volta quel fra Tommaso è stato fatto costà abiurare"; nell'altra diretta al Card.l S. Giorgio si legge, "per haver abiurato altra volta com'egli stesso dice, vorrà forse in questo dar che fare di nuovo": nella lettera poi del Card.l di S.ta Severina, diretta appunto a fra Alberto Tragagliolo da Firenzuola, fatto Vescovo di Termoli e deputato giudice del Campanella in Napoli unitamente con altri, si legge, "essendo V. Sig.ria molto ben pratica delle cose del Santo Officio, et anco informato delle altre cause conosciute in questa Santa Inquisitione contra il Campanella, ove abiurò come sospetto vehementemente di heresia l'anno 1591, non le dirò altro"; le quali parole, provenienti da chi teneva a que' tempi il suggello delle cose dell'Inquisizione, affermano esplicitamente il fatto e la data di esso.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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