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      Adunque, non appena giunto in Napoli, il Campanella ripigliò il tema delle aspettate mutazioni, consultando persone ritenute molto competenti in siffatta materia. Abbiamo già avuta occasione di nominare Gio. Paolo Vernalione, a proposito di Gio. Vincenzo Della Porta suo stretto amico: di lui sappiamo solamente che era stato maestro di matematiche di molto grido(157), ed al tempo di cui trattiamo viveva abitualmente fuori Napoli, coltivando le arti divinatorie nelle quali aveva acquistato grandissima riputazione. Giulio Cortese, che pure abbiamo trovato interlocutore nel Dialogo contro gli eretici, era prete e Teologo napoletano, tra gli Accademici Svegliati detto l'Attonito: di lui si hanno stampate alcune "Rime" con "varii opuscoli" (1588 e 1591), una "Oratione alle potenze italiane per lo soccorso della Lega germana contra il turco" (1593), e un libro "De Deo et Mundo sive de Catholica philosophia" (1595), essendo rimasto inedito, secondo il Toppi, un Poema intitolato "il Guiscardo", ed anche un trattatello in cui si mostrava che i principii della filosofia del Telesio erano molto conformi a quanto dicono le Sacre Lettere; la sua morte credesi dal Minieri-Riccio avvenuta nel 1593, ma deve riportarsi a più tardi, come si rileva pure dalla notizia che il Campanella ne dà, e del resto il Chioccarello di poco posteriore, nella parte ms. della sua opera "De viris illustribus" che si conserva nella Bibl. nazionale, vantandolo anche come astrologo lo dice morto appunto nel 1598 e sepolto in S. Eligio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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