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      Tra le tante sue depredazioni vi era stata quella (se la memoria non ci tradisce) di Castelnuovo alle bocche di Cattaro, sull'estremo confine della Turchia, dove fece schiava la figlia di un Bey, avvenente fanciulla, che educò al Cristianesimo dandole il nome di Lucrezia, e tolse di poi in moglie avendone molti figli; un primo a nome Filippo, un secondo a nome Scipione che divenne poi il Bassà Cicala o Sinan Bassà, un terzo a nome Carlo, inoltre varie figliuole, tuttora, al tempo di cui trattiamo, dimoranti in Messina. Pe' meriti del padre, Filippo ebbe da Spagna una pensione di D.i 1100, pagabili, al solito, dalle casse di Napoli benchè fosse siciliano, e per tale motivo trovasi più volte nelle scritture dell'Archivio di Stato con la designazione di "Filippo Cicala del mag.co Visconte o "del q.m Visconte in Messina"(224); possiamo aggiungere che appunto nel 1598 egli morì, lasciando un figliuolo chiamato Visconte come l'avo. Carlo ottenne egualmente da Spagna una pensione di duc.ti 500, come pure il titolo di Conte Palatino dall'Imperatore, e il Bassà suo fratello si era impegnato di fargli avere dal Sultano il Ducato di Nixia o dell'Arcipelago, già goduto da Giovanni Miques ebreo portoghese favorito (la signoria di Nixia e di 12 isole, Nasso, Andro, Paro, Antiparo etc. etc. col pagamento di un tributo), onde l'avea fatto venire a Costantinopoli sin dal 1594(225); ma vediamo la carriera appunto di Scipione, che seppe giungere fra i turchi a' primi gradi dell'Impero.
      Aveva Scipione Cicala 16 anni, allorchè fu preso da' turchi insieme col padre: costui per danaro potè riscattarsi, ma Scipione, di bella indole, piacque al Padischah e fu trattenuto nel serraglio(226). Non appena uscito dal serraglio andò alla guerra in Persia, e vi compì fortunatissime imprese, per valore ed ardire della persona, con inganni e stratagemmi, più che per giudizio e prudenza: dopo la morte di Osman divise con Fehrad, che ne divenne geloso, il comando dell'esercito contro i persiani.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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