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      Dapprima nelle conversazioni, poi anche nella predicazione alla quale attendeva nella Chiesa del convento, egli annunziò che per la vicina fine del mondo dovevano esservi mutazioni e novità, e con ciò spinse all'estremo limite l'agitazione di aspettativa in ogni ceto della provincia; in sèguito, trattando con individui audaci e ben disposti, persuase loro segretamente che era venuto il tempo della santa repubblica universale da doversi godere prima della fine del mondo, che bisognava mettersi in armi e raccogliere compagni per proclamarla; essi con le armi, egli unitamente a' suoi frati con la lingua, avrebbero contribuito al movimento, e vi sarebbero nuove leggi, nuove costumanze, assai migliori delle precedenti, naturalmente da lui meditate. Qui non più la sua Narrazione soltanto, ma anche la Dichiarazione che scrisse nel momento in cui fu catturato, le Difese presentate nel processo che ne seguì, le diverse Lettere che scrisse più tardi in sua discolpa, l'Apologia che annesse all'ultima composizione degli Articoli profetali, dànno notizie in grande abbondanza; se non che queste debbono essere sempre rigorosamente vagliate, riscontrandole con le relative deposizioni de' suoi compagni di sventura, le quali, d'altra parte, debbono essere vagliate egualmente con molto rigore, poichè senza dubbio non tutte degne di fede.
      Diremo d'un tratto esservi ogni motivo di ritenere, che l'idea della vicina fine del mondo, nella maniera da lui concepita, sia stata l'espressione de' suoi intimi convincimenti, non già un trovato per raggiungere maliziosamente il suo scopo, in cui si comprendeva un alto interesse pubblico, e al tempo medesimo un interesse personale, il compimento degli alti destini a' quali si credeva nato; bensì egli stimò conveniente trarre da tale idea un sollecito partito, sembrandogli i tempi molto propizii, per iscuotere il giogo spagnuolo e fondare il sistema di governo politico-religioso, che aveva immaginato poter dare all'umanità un assetto felice.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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