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      Erano le dette persone di Stilo, per la massima parte, delle migliori famiglie della città e ne' migliori anni della loro gioventù, come ci risulta da' documenti che per alcuni ci è riuscito di trovare; a ragione quindi il Campanella nelle sue Difese potè dire, che non si propose di servirsi soltanto di fuorusciti, i quali del resto considerava meno come nemici del Re che come uomini armati, menandoli nella retta via, ma "si propose di servirsi ancora di uomini dabbene non fuorusciti come dal processo è comprovato"(254). A costoro si deve aggiungere un fra Scipione Politi conventuale di S. Francesco, che poco prima o poco dopo questo tempo rimanea sovente a pranzo col Campanella e qualche volta rimase con lui anche di sera, come fu attestato da fra Pietro di Stilo. Ma se tutti costoro ebbero colloquii intimi col Campanella, per la più gran parte di essi, riuscita a sfuggire alle ricerche del Governo, ce ne sono rimasti ignoti i particolari, mentre il Campanella soleva sempre parlare a non più di uno o due amici per volta: ed è facile intendere che segnatamente i particolari de' colloquii in persona di Gio. Gregorio Prestinace, amico sviscerato del Campanella e compare di Maurizio, sarebbero riusciti importantissimi, come pure, ad un grado minore ma sempre cospicuo, quelli in persona di Marcantonio Contestabile; possediamo intanto quelli nelle persone di Giulio Contestabile e Geronimo di Francesco, del Caccìa, di Maurizio, ed essi valgono a farci capire gli altri che ci mancano.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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