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      Da parte sua il Soldaniero negò sempre di aver ricevuta una lettera del Campanella, e ciò si spiega considerando che tale fatto l'avrebbe dato a divedere complice nell'impresa: ma abbiamo già avuta occasione di dire che il Priore di Soriano assicurò di aver letto egli medesimo una lettera del Campanella mostratagli dal Soldaniero, in fine della quale il Campanella diceva di rimettersi al suo locotenente fra Gio. Battista; v'è quindi ogni motivo di ritenere non solo che la lettera sia stata realmente inviata, ma anche che con essa il Campanella, non avendo potuto di persona trattare col Soldaniero, abbia accreditato fra Gio. Battista presso di lui.
      Come si vede, quando le cose stringevano, fra Pietro di Stilo non rifuggì dall'impegnarsi personalmente nella faccenda della congiura. Amava moltissimo il Campanella, di cui non cessava di lodare la grande dottrina; si occupava pure di un matrimonio tra un suo fratello e una sorella (cugina) di fra Tommaso "pur sua parente", matrimonio che poi non ebbe effetto pe' dolorosi incidenti sopravvenuti; oltracciò era "un poco parente di Maurizio". Tali circostanze, emerse nel processo di eresia, spiegano il suo impegno diretto in questo momento assai delicato delle trattative: del resto possiamo dire che egli dubitò sempre della serietà dell'impresa, e sovente si permise di scherzare intorno ad essa: difatti, mentre ognuno se ne imprometteva onori e grandezze, egli soleva dire tra i frati che avrebbero preso una moglie per uno, e da parte sua moriva della voglia di prenderla, delle quali proposizioni dovè poi render conto al S.to Officio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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