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      Una rissa accaduta poco tempo dopo, nella quale fra Dionisio venne a ferire un frate, diè l'occasione alle prime avvisaglie. Questo è accennato anche dal Campanella nell'Informazione; ma nel processo di eresia è narrato in tutti i suoi particolari ed in un modo abbastanza comico dal Barone di Cropani, il quale fu uno de' carcerati come complice nella congiura, e disse di aver trattato con fra Dionisio solamente per siffatto motivo. "Havendo fra Dionisio una cagnola quale mangiò la piatanza ad un frate, quello frate venne in rissa con fra Dionisio, di maniera che fra Dionisio bastoniò quel frate, et per questo mi pregò andare dal Provintiale di Calabria che io lo facesse venire da lui, che con una correggia in canna se li voleva buttare alli piedi e dimandare l'assolutione de la scomunica incorsa". Veramente fra Dionisio non era soltanto incorso nella scomunica, sibbene, come ci fece sapere il Campanella nella Dichiarazione e poi nell'Informazione, sempre con qualche variante atta ad aiutare la sua causa, era stato dal Visitatore condannato al confine in Celico, casale di Cosenza, sotto pena della galera con la privazione del lettorato e dell'abito per tre anni: ma anche prima di conoscere tale condanna, egli si pose in giro, con la ragione o col pretesto di trovare amici che lo facessero assolvere, e al tempo stesso col proposito sempre più acuto di trovare amici per la ribellione. Vedremo più in là i particolari di quest'altro periodo della sua propaganda; per ora c'importa non lasciare troppo indietro il Campanella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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